2012/05/17-18 Barcellona
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Dentro il cuore della Catalogna, nella città di Barcellona, sotto la direzione del Cardinale Lluís Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona, si svolge il Cortile dei Gentili attorno al tema generale:
Arte, bellezza, trascendenza
Può la bellezza salvare il mondo? Dopo l’inaugurazione nel Museo Nazionale di Arte Catalana, il Cortile dei Gentili a Barcellona riprende il cammino nell’Università cittadina per rispondere a questo celebre interrogativo di Dostoevskij. Sotto gli affreschi del paraninfo accademico, accompagnati dalla musica di Beethoven e Schubert, filosofi e storici dell’arte cercano quel nesso tra estetica ed etica evocato nel novembre del 2010 da Benedetto XVI proprio nella Santa Messa di dedicazione della Sagrada Familia di Antoni Gaudì.«La bellezza è rivelatrice di Dio – disse in quell’occasione il Papa – perché come Lui, l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa all’egoismo». «Da Platone a Wittengstein, passando per San Tommaso d’Aquino - ricorda Francesc Torralba, filosofo e teologo catalano - nel pensiero occidentale la bellezza è sempre stata messa in connessione con la bontà». La bellezza è unità, come armonia delle differenze. La bellezza è verità poiché si oppone alla necessità, non la trova chi la cerca ma chi si fa sorprendere da essa. Tutta la bellezza del mondo – conclude - è un riflesso, una metafora dell’infinita bellezza di Dio». Lo storico dell’arte Alessandro Zuccari, docente alla Sapienza, sottolinea invece l’identificazione tra bellezza e pietas nelle opere di Caravaggio, che fu, al di là delle leggende nere, un «finissimo interprete dell’umanesimo cristiano». Il Merisi rifuggiva dalla bellezza metafisica o ideale ma cercava nell’uomo l’immagine di Dio e in Dio quella dell’uomo. Come ricorda Simone Weil, «Il bello è la prova sperimentale che l'incarnazione è possibile».